Regia di Paolo Sorrentino (Italia/Francia/Irlanda, 2011 – 114 min.).
Con Sean Penn, Eve Hewson, Frances McDormand, Judd Hirsch
Cheyenne è stato una rockstar nel passato. All’età di 50 anni si veste e si trucca come quando saliva sul palcoscenico e vive agiatamente, grazie alle royalties, con la moglie Jane a Dublino. La morte del padre, con il quale non aveva più alcun rapporto, lo spinge a tornare a New York. Scopre così che l’uomo aveva un’ossessione: vendicarsi per un’umiliazione subita in campo di concentramento. Cheyenne decide di proseguire la ricerca dal punto in cui il genitore è stato costretto ad abbandonarla e inizia un viaggio attraverso gli Stati Uniti.
Paolo Sorrentino con “This must be the place”, sua quinta opera dopo i trionfi de “Il Divo” e prima de “La grande bellezza” e suo primo film “americano” acclamatissimo al Festival di Cannes 2011, ci racconta i “suoi” Stati Uniti e si conferma un formidabile arcano incantatore perchè come nessun altro cineasta riesce ad incantare, confondendo sguardi e previsioni, ed al tempo stesso essere misterioso al punto che nessuno riesce cogliere appieno la sua camaleontica capacità espressiva.