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Leonardo Sciascia e Malta | Punti di contatto

Nell’ambito della XVIII edizione della Settimana della Lingua Italiana nel Mondo

Performance artistico – culturale tra recitazione, video e canti, a cura di Mario Gaziano

Con Antonio Zarcone, Maria Grazia Castellana, Salvatore Nocera Bracco, Alfonso Marchica e la partecipazione di Berta Ceglie.

 

Leonardo Sciascia nacque a Racalmuto, terra di Agrigento e Pirandello, nel 1921.

E’ stato certamente uno dei maggiori scrittori e intellettuali europei del XX secolo.

Fu proprio Sciascia ad iniziare una forte narrativa sociale,intorno agli anni sessanta, con romanzi che misero a nudo e denunciarono le collusioni tra mafia e politica in Sicilia,diventata subito metafora dell’intera Italia.

I suoi romanzi più famosi,in cui rusulta stringente la denuncia soiale, sono “Il giorno della civetta”,

“A ciascuno il suo”, “ Il cavaliere e la morte” e “L’affaire Moro”.

Scrittore ed intellettuale rigorosissimo, provò a risvegliare le coscienze nazionali e civili europee al fianco di altri grandi quali : Sartre, Brecht, Grass, Vasquez Montalban.

Fu fortemente suggestionato e affascinato dalla cultura arabo-maltese, il cui territorio e la cui cultura divennero centrali nel suo famosissimo romanzo “ Il consiglio d’Egitto” ambientato al tempo della Inquisizione.

In questo romanzo-panphlet, protagonista è l’abate Vella – il grande impostore- nativo di Malta,appunto.

Attraverso le ambientazioni de “Il consiglio d’Egitto” rivive l’atmosfera socio-culturale maltese, con i suoi protagonisti, i suoi sentimenti, la sua cultura mista tra Occidente e Medio Oriente

Scrive Leonardo Sciascia:“E c’erano i ricordi (nell’abate Vella).

Dentro il sogno del presente sognava ora il passato. Vedeva Malta sul taglio dell’orizzonte marino, nella dorata nebbia della memoria. Ed ecco che gli balzava nell’occhio come nel fuoco di un cannochiale,nel suo cuore: i campanili aguzzi come minareti, le basse case bianche, le altane.

Dai bastioni della città vecchia ecco che spaziava sulla distesa dei campi tra Siggeui e Zebbug: quasi gialle le messi del grano maiorchino,di intenso verde la tuminìa ancora in erba , e il rosso allegro della sulla fiorita,il bianco reticolo dei muretti a secco. Cominciavano i gelsomini,ne odoravano le terrazze,le strade.

I vecchi se la godevano, seduti nei comodi sofà di giunco,a fumare la pipa,a stabaccare;…..poi, nella sera le chitarre si accendevano come grilli,mentre dal porto giungeva il canto dei marinai siciliani,greci,catalani,genovesi:essenza della lontananza,della nostalgia…..Capitandogli a volte di sorprenderli,nei recessi della marina,in oscuri amplessi con le veneri (sformate) del luogo,…

Solo le cose della fantasia son belle ed è fantasia anche il ricordo…Malta non è altro che una terra povera e amara, la gente barbara come quando vi approdò San Paolo.

Solo che, nel mare, consente alla fantasia di affacciarsi alla favola del mondo musulmano e a quella del mondo cristiano….”.

Maltese è anche l’aiutante di Vella, il monaco Giuseppe Cammilleri, che sembra rimandare ad un altro grande scrittore siciliano, Andrea Camilleri. Sciascia, appassionato di pittura, dedica anche molte note alla “Decollazione “ del Caravaggio e scrive l’introduzione del bel volume “Viaggiatori in Sicilia e a Malta”.

Dunque un filo diretto tra il grande intellettuale siciliano e la vasta, complessa ed affascinante cultura maltese.

 

INGRESSO LIBERO

  • Organizzato da: Ambasciata d'Italia a Malta, Istituto Italiano di Cultura
  • In collaborazione con: Pirandello Stable Festival